Spiriti, Amici Immaginari e il Cielo

Sabrina

Non ha più un viso, prima era il ragazzino con i capelli lunghi e blu che riusciva a sorridermi senza farmi sentire più pazza di com'ero. 
Adesso non ha più una voce, ma ricordo ancora ancora il tono con cui assecondava i pensieri che mi leggeva nella mente quando non potevo raccontarglieli a voce, perché non ero "sola". 
Mi diceva cosa dovevo fare quando io, da sola, non avevo il coraggio o la voglia di ordinarlo a me stessa. Ormai non c'è più. 
L'ho salutato cantandogli una canzone, quando lui era ancora l'unico ad ascoltarmi cantare. 
Ha sorriso tristemente, agitando la sua mano fatta d'aria e sogni di bambina sola ed annoiata. 
Ed è sparito in dissolvenza, come nelle scene deprimenti dei film. 
Si chiamava Atreyu, e se n'è andato per volontà mia. 
Dicevo di averlo "mandato via" perché mi sentivo pronta a crescere, vivere e resistere nella realtà che, forse, non era poi così male. 
In verità, l'ho lasciato andare perché non volevo si rovinasse come le persone reali, come mi sarei rovinata io. 
Ho ancora bisogno di lui, a volte, ma non mi sento di chiamarlo. 
Eppure lui torna comunque. 
Anche se non ci parlo. 
E non capisco più quello che mi dice.

***

Denise ~Pain~

Mi trovo sola a parlare con il cielo, cosa bellissima, irraggiungibile per me, ma non per te mio caro amico immaginario. Riesco a dirti tutto, a parlarti di cose mai dette a nessuno.
Mi potrebbero prendere per pazza chi mi vedesse parlare con te...ma è una cosa che non mi importa, tu riesci a rendermi felice, e farmi tornare quel sorriso che da bambina ho perso e mai ritrovato prima di scoprire te.
Mi nascondo nei luoghi più bui per vedere se ci tieni davvero a me e mi vieni a cercare.
Comincio a sorridere quando capisco che sei accanto a me e sei riuscito a trovarmi, e ritrovo la felicità di una bambina il giorno del suo compleanno.
In ogni luogo che vado so che sei con me e che mi fai da angelo custode, mi aiuti nel bene e nel male e so che non mi giudichi.
Non riesco a comprendere la tua assenza nei momenti dolorosi, in quei casi mi abbandoni e torni dopo per asciugarmi le lacrime e aiutarmi a risarcire ogni ferita.
Anche se come persona fisica non sei accanto a me riesco a fare le cose che non abbiamo fatto nei momenti in cui tu sei venuto a mancare.
Ti vengo a trovare qualche volta, ma anche il sol vedere la tua foto è doloroso per me, perché io la persona felice e sorridente che eri non riesco a ricordarla, e la cosa mi fa male.
Spero di averti reso felice qualche volta, perché in ogni foto che vedo tu mi rendevi sempre felice. Sei sempre una parte del mio cuore e lo resterai.
Ricordati che devi sempre sorridere, perché io grazie a te mi addormento ogni notte con il sorriso. 

***

Adele


Un gregge di nuvole mi attraversa lo sguardo
Amorevole vertigine mi pervade nel guardare il cielo
Un passionale desiderio di squilibrio si accompagna a te nei miei pensieri

***


Jessica

Lontananza: la prima vera sensazione che riesco ad avvertire guardando in alto.
Fragilità, inquietudine, ma anche tranquillità e pace, che comunque arrivano più lentamente; ma ciò che resta impresso e lo fa ogni volta che alzo gli occhi, la sensazione più forte è Mistero.
Non si trovano mai risposte guardando il cielo, si può soltanto continuare a sovrapporre domande. Ciò che riesco a trovare non è niente più di quello che già pensavo, tutte le risposte che sapevo già di avere, alzando gli occhi, è come se accettassi di conoscere una parte di verità che mi riguardano. Di fronte a un cielo sereno, il mistero diventa sempre più afferrabile, fino a diventare quasi conosciuto, quasi limpido.
La notte, quel che mi sembrava quasi familiare torna ad essere distante, il cielo ritorna mistero, come le domande a cui non ho trovato, o non ho voluto trovare risposta.
Il giorno dà sicurezza, non ci stupisce quasi più, è, in qualche modo, meno affascinante della notte, schiva, svelata solo da punti luminosi.
Eppure è proprio questo dettaglio che lo rende "umano".

È proprio su questo che dovremmo concentrarci, c'è sempre qualcosa che rappresenta "Il cielo di giorno", sempre davanti agli occhi, sempre intento a rasserenarci, mentre noi continuiamo a perderci nel pericoloso "Cielo di notte", invece di alzare gli occhi e lasciarci illuminare.

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